S. Zeno, Lamone

Chiesetta di S. Zeno

Proprietario: Patriziato di Lamone

San Zeno fu un vescovo di Verona, di origini mauritane, algerine oppure marocchine, morto il 12 aprile del 371/372.
L’oratorio si pensa possa essere stato dedicato a San Zeno poiché gli uomini di Lamone usavano emigrare nelle zone di Brescia, Bergamo e Verona in qualità di muratori e stuccatori. Stando a ricerche di don Giovanni Sarinelli, parroco di Lamone dal 1919 fino al giorno della sua morte, l’oratorio fu costruito nel 1490. La pala dietro l’altare raffigura la Madonna, con al fianco San Zeno e, probabilmente, San Grato.

Sul portale di ingresso alla chiesa è visibile la data del 1539.

La data del 1490 incisa sulla pietra sacra d’altare. Si ipotizza che forse già nel corso del secolo VIII ci fosse una cappella di campagna, anche se non si hanno scritti o testimonianze che convalidino l’ipotesi che richiami ad una fondazione longobarda. La prima data su cui si può invece fare affidamento è il 1490, siccome essa risulta incisa sulla pietra sacra d’altare: ovvero, in quel momento, esisteva un oratorio per celebrarvi la messa. Il primo documento
in cui si parla della chiesa di San Zeno porta la data del 1539, indicata sul portale: si tratta degli atti di una visita pastorale del vescovo Ninguarda in cui tra l’altro si legge che «… vi è la chiesa di San Zeno un terzo di miglio sopra la montagna ove vi habita uno heremita piemontese…». Significativo quanto si legge negli atti delle visite pastorali del vescovo mons. Torriani di Como il 9 maggio 1670: «… Nel medesimo giorno visitò l’oratorio di S. Zenone sul monte dello stesso nome, sopra il luogo di Lamone, Pieve di Lugano, distante dalla medesima terra un miglio e mezzo, con una strada ardua. È dedicato a S. Zenone, poco corredato, antico, pavimentato rozzamente, con soffitto cretaceo, contiene una sola cappella fatta a volta, dipinta, angustissima, alla quale conduce un mezzo gradino. L’altare è poco ordinato e la pietra sacra non incastrata, perché
la mensa marmorea è intera, epperò deve venire scavata per potervi inserire detta pietra. Vi è una campana sopra il tetto colla cord ache pende entro la chiesa, al lato sinistro della porta verso mezzogiorno (dove si trova la pila dell’acqua santa).
La porta è nella facciata di fronte e ben chiusa. Vi sono due finestre. Ne ha cura un certo Eremita. La porta che mette dal detto oratorio alla stanza dell’eremita che doveva forse essere il luogo della sacristia,è rotta ed indecente. Qui vi dorme un Eremita pigro al sommo e scemo e quel posto sembra più stalla che altro. Gli fu comandato di non più dormire in quel luogo, e che gli uomini, o meglio la comunità di Lamone, sia obbligata a costruire un altro luogo per dormire. La porta deve essere cambiata. La suppellettile dell’oratorio sufficiente, si conserva in un piccolo armadio che è ben chiuso».

Sul campanile dell’oratorio di San Zeno è presente una campana, di nota Mi acuto, fusa nel 1852 dai fratelli Barigozzi nella loro filiale di Locarno. La campana è montata a sbalzo (come lo erano in origine le campane della parrocchiale); sul suo ceppo in legno è incisa la data 1879.


Il primo eremita a rifugiarsi a San Zeno pare provenisse dal Piemonte. L’eremo fu però aggiunto alla chiesetta soltanto dopo il 1670 ed ospitò eremiti sino al 1832. Del 1827 è invece la nuova cappella della Visitazione.
Il parafulmine dell’oratorio fu posato nel 1911, dopo che un fulmine colpì l’oratorio causando danni non indifferenti.
A nord dell’oratorio è presente un masso cuppelliforme sul quale, con pazienza, si possono intravedere in alcune bacinelle delle croci, are votive dell’epoca neolitica (6000 anni a.C). Ben più visibili dalla sommità del San Zeno (Lamone 321 m s.l.m. mentre San Zeno 562 m s.l.m.) sono invece i Denti della vecchia, il Monte Boglia, il Monte Brè, il Sighignola, il Monte Generoso, il Monte Ferraro e il Monte Tamaro.