Storia

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A nuova vita dal maggio 2015

Proprio così. Si è trattato di un’autentica «rinascita» per quello che era stato uno fra i primi asili in Ticino, grazie all’intuito pionieristico del prevosto don Giovanni Sarinelli all’inizio degli anni Venti del Novecento. Non più, stavolta, «nido» per i più piccoli, ma struttura preziosa ed importante per tutta la collettività di Lamone e Cadempino, grazie ad appropriati restauri che ne esaltano la funzionalità a vantaggio della vita sociale e culturale dell’intera comunità. Con l’indubbio valore aggiunto di soddisfare l’esigenza di comunione e di aggregazione attraverso incontri di famiglie, manifestazioni culturali e ricreative, riunioni di gruppi ed iniziative a carattere parrocchiale. Il merito va soprattutto al Consiglio parrocchiale che, con straordinario coraggio e una sensibilità lodevole nell’aver promosso il felice recupero dell’immobile storico e carico di ricordi per la nostra gente, ha messo a disposizione un bene collettivo di grande valenza ed oggigiorno apprezzato da tutti.

La prima rappresentazione nel febbraio 1921

Sulla storia di questo stabile, nell’intento di non ripeterci, si veda quanto è riportato nel testo riguardante l’asilo voluto tenacemente
da don Sarinelli, accogliendo il 1° maggio 1921 ben 30 bambini. Nel frattempo, il 6 febbraio di quello stesso anno, il salone-teatro era già pronto e fu tenuta la prima rappresentazione della Filodrammatica femminile (diretta da Mariannina Ghezzi), «con concorso straordinario di popolo ed esito brillantissimo ». Nel 1932, il salone parrocchiale – su progetto e direzione gratuita dell’ing. Camillo Ghezzi – venne ingrandito e migliorato. Infatti, «la robusta balconata, con poltroncine di velluto rosso, è capace di contenere oltre 70 persone comodamente sedute. Il salone è lungo m. 23, largo m, 8 e alto m. 7. Il palco teatro è debitamente attrezzato, con numerosi e bellissimi scenari, ordinati a Milano, di un effetto sorprendente, e con ricchezza di luce regolabile. Il salone è illuminato da un artistico lampadario in ferro battuto della ditta Orler. Sopra la porta d’ingresso e la saletta-buvette, si trova la cabina del cinema sonoro, apparecchio che funziona alla perfezione, con soddisfazione di chiunque. Sulla facciata a nord-ovest venne murato un bellissimo buon Pastore in marmo di Carrara, dono anche questo della Famiglia Ghezzi fu Ernesto». Dopo la seconda Guerra mondiale venne costruito lo stabile sud per insediarvi il nuovo asilo e fu ammodernato il vecchio fabbricato; inoltre si apportarono altri accorgimenti (riscaldamento, nuova macchina per le proiezioni, aggiunta del locale WC e di una piccola cucina, sostituzione del tetto dello stabile nord, ecc.). Nella memoria di molti abitanti è ancora vivo il ricordo delle proiezioni cinematografiche proposte dal canonico Sarinelli: egli ordinava le pellicole nella Svizzera interna, ritirandole alla stazione ferroviaria di Lamone e poi proiettate il sabato sera e la domenica. Osvaldo Bernasconi (nato nel 1913 e scomparso nel 1988) – come sottolinea il figlio Pierluigi – di professione ha fatto il «ferée» dapprima (sino al 1963) alla Poretti-Gaggini di Lugano e poi alle dipendenze della ditta locale Edmondo Franchini sino al pensionamento nel «Per circa una ventina d’anni, da subito dopo la guerra sin verso il 1960, mio padre ha collaborato intensamente con il Centro parrocchiale a fianco di don Sarinelli, prestandosi come operatore della cinemeccanica per la proiezione dei film in programma il sabato sera e la domenica pomeriggio. Infatti, una volta ritirate in stazione le bobine, bisognava “saldarle” e poi provvedere – nei due spettacoli del week-end – al buon funzionamento dell’apparecchio sonoro in presenza degli spettatori; successivamente, occorreva invece separare le due pellicole e consegnarle in stazione per il rinvio del plico all’agenzia addetta alla distribuzione dei film».
Da parte sua, Enrico Poretti rammenta che «il salone parrocchiale ospitava ogni fine settimana rappresentazioni teatrali e proiezioni cinematografiche, a partire dai primi film muti. Poi, la televisione nelle case prese il sopravvento, per cui le attività di animazione diminuirono progressivamente fino a lasciare troppo spesso vuoti gli spazi dell’oratorio». Rosanna Klein, che da giovane abitava accanto al salone parrocchiale per cui ha vissuto intensamente la vita di questa importante struttura a carattere ricreativo che ospitava pure gruppi teatrali e spettacoli musicali o canori, non manca di osservare che alle proiezioni assistevano anche spettatori dei paesi vicini e soggiunge: «Vi era un po’ di censura, su ordine del parroco don Sarinelli, su alcune pellicole: ciò accadeva, ad esempio, oscurando il momento in cui gli attori si scambiavano un bacio».

Un progressivo declino a partire dagli anni Ottanta

Il 18 maggio 1980 il salone fu inaugurato dopo la ristrutturazione realizzata dall’allora comitato della Pia Opera per la gioventù con i proventi di tombole, della buvette e dell’affitto dei due appartamenti che vi si trovavano. Fino al 1991 il locale era spesso utilizzato quale sede dagli esploratori. In quell’anno l’Assemblea parrocchiale accettò il trapasso dell’oratorio – termine oggi riduttivo – dalla fondazione Pia Opera alla Parrocchia di Lamone-Cadempino. A partire dagli anni Ottanta e sino al 2007, tuttavia, si è registrato un progressivo declino delle attività, tanto che non si proiettavano più nemmeno i film: i locali erano in disuso ed inagibili secondo le norme di sicurezza, gli impianti tecnici obsoleti. Il salone, insomma, ha smesso di vivere, anche se nel febbraio 2003 vi era stato un tentativo di rivitalizzazione con la presentazione di una commedia del Gruppo teatrale di Mezzovico. La fine, insomma, sembrava segnata.

Spazio polifunzionante qualificato per la vita comunitaria

Ed invece, per fortuna, il Consiglio parrocchiale di Lamone Cadempino (allora diretto da Siro Casari), prima di intraprendere eventuali lavori di manutenzione, ha interpellato come consulente l’arch. Urs De Polo. Anziché smantellare l’edificio, si è deciso, dimostrando coraggio e lungimiranza, di restaurarlo e valorizzarlo. I lavori sono iniziati nel novembre 2013 sotto la direzione dello stesso architetto De Polo (il Club di videoamatori di Lamone-Cadempino ha prodotto un documentario sulla ristrutturazione allestendo un DVD e già nell’aprile 2015 vi ha promosso il Festival ticinese del film non commerciale Swiss.Movie), che nella pubblicazione «La rinascita. Storia fantastica di un sogno infinito» (a cura di Ivan Duchini) evidenzia come l’edificio sia caratterizzato soprattutto dalla facciata di ingresso, con la simmetria e la forma delle aperture che ne testimonia l’importanza; la facciata sud, invece, accenna ed imita, con lesene e parti chiuse grigie, le costruzioni dell’edilizia rurale, ponendo – nell’intento di restituire alla costruzione vitalità per una funzione attuale – una serie di problemi e requisiti vari da rispettare, come la sicurezza, l’accesso ai disabili, la qualità della
diffusione sonora con il suo riscontro acustico. Il risultato della ristrutturazione è ragguardevole ed ampiamente apprezzato
dal profilo sociale ma anche culturale, per cui il Centro parrocchiale di Lamone- Cadempino – spazio polifunzionale qualificato per la vita comunitaria – è stato presentato alla popolazione ed inaugurato, con la partecipazione delle autorità locali e del vescovo Valerio Lazzeri, il 16 maggio 2015.
Situato in via Girella 41, tra la stazione ferroviaria e il nucleo di Lamone, è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici. La struttura, che ha pressoché conservato l’aspetto esterno originale, dispone al suo interno – moderno e funzionale – di tre sale eventi.
Il salone cinema-teatro misura 6 metri x 11.5, ha 100 posti a sedere in platea e 32 in balconata. Accessibile anche a persone portatrici di handicap, è dotato di palco adatto per spettacoli, recite teatrali, conferenze, proiezioni cinematografiche; a disposizione una buvette e i servizi igienici. Vi è la possibilità di affittare anche la cucina e allestire lo spazio per banchetti o corsi. La sala sud può accogliere 70- 100 persone, mentre la saletta ospita un massimo di 30. Le sale sud, che non sono state rinnovate di recente, vengono utilizzate quale mensa scolastica. Alcune testimonianze del passato sono tuttora visibili all’interno dello stabile: nell’atrio, accanto alla fotografia del canonico Sarinelli, si vede una lastra di marmo bianco con la scritta «1921 Ai giovani del CIRCOLO RESURRECTIO promotori-generosi di questa casa la popolazione riconoscente». Conservati pure lo sportello della cassa e un monumentale proiettore film di 35 mm.

Strutture in affitto Sale sud e Salone-Teatro per feste privati