Rogià

Monti di Rogià, oratorio dedicato a Maria Immacolata

La prossima Festa è prevista per domenica 18 agosto 2024

La chiesetta si confonde tra la decina di case del monte di Rogià, a Lopagno, distese su un pianoro dominato dal Motto della Croce (Cruson). La si riconosce dal campaniletto a base quadrata che spunta dal tetto quasi fosse un comignolo. La costruzione è del 1929 ed è amministrata dal Consiglio parrocchiale di Lamone-Cadempino. È stata ristrutturata nel 2019. Venne fatta costruire da don Giovanni Sarinelli, un sacerdote capriaschese allora parroco a Lamone. Sul pianoro si trova anche una maestosa croce che sembra messa lì a benedizione delle terre del Luganese e dei golfi di Lugano e di Agno.

Così citava il Rev.mo Prevosto nel suo libro “Lamone-Cadempino”:

“Sui monti di Lopagno a 940 m.s.m., Pieve Capriasca, trasformavo un mio cascinale cadente in una modestissima casetta per passarvi le vacanze estive. Quel luogo divenne subito la meta favorita anche de’ miei cari parrocchiani. Mancava però la Chiesina per celebrarvi la S.Messa, e ci voleva. Volere è potere, dice il proverbio. Nel 1938, fra la pace serena di quel luogo incantevole, in mezzo ai pascoli che sanno le fatiche dei nostri agricoltori, con grandi sacrifici noti solo a Dio , sorgeva anche il luogo raccolto della preghiera, dedicato alla B. V. Immacolata, dalle linee semplici, ma schiette e bene addobbato, lungo m 6, largo m 4.30 e alto m 4. Sta, ora, la devota Cappella, fra il verde di quei monti bellissimi che dominano un paesaggio grandioso, fatto di linee di insuperabile armonia. Il paesaggio ne è come santificato e consacrato, mentre cade lo squillo della campana a lodare il Signore, a chiamare i vivi alle loro opere, a piangere i morti, ad allontanare il male. Al rito suggestivo della benedizione assisteva numerosissimo pubblico. Presenti erano anche l’On. Avv. Peppo Lepori, ora degnissimo Presidente del Governo, autentico Capriaschese, con la sua Signora, in qualità di Padrini della campana. La festa si tiene ogni anno nella seconda domenica di agosto. Da vicino e da lontano, vi accorre una folla sempre più numerosa. I Lamonesi tengono sempre il primato. Amano Roggià come l’amo io, e lo visitano numerosissimi in qualunque stagione dell’anno, tanto vero che il monte e l’Oratorio di Roggià si potrebbero chiamare monte e Cappella parrocchiale. Ecco perchè ritengo conveniente farne cenno in questo libro scritto per loro, ed ai quali lo lascio come umile ricordo del mio povero passaggio in mezzo a loro.”

Ogni anno, verso la metà di agosto, parecchi Lamonesi partecipano per tradizione alla festa di Rogià, sui Monti di Roveredo (attuale Comune di Capriasca),
a circa 1’000 metri di altitudine.

Gruppo di amici gitanti nella zona in cui è ubicata la chiesetta di Rogià, con una splendida veduta sul golfo di Lugano. Da sinistra a destra: Tarcisio Induni, Enrico Poretti, Gianfranco Brugnoli, Sergio Viglezio e Livio Mazzoleni. Fototgrafia fine anni 80.

Enrico Poretti e don Carlo Quadri all’entrata della chiesetta di Rogià nel 1988